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MIFUNE - DOGME 3 Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 15 novembre 1999
 
di Soren Kragh-Jacobsen, con Anders W. Berthelsen, Sidse Babett Knudsen (Danimarca, 1999)
 
Sarà pure una moda, una trovata pubblicitaria, una sciocchezza snob per festivalieri fritti, fatto sta che questo decalogo più o meno autentico di Dogma qualche risultato sembra otternerlo. Non tanto se conferma la classe di un cineasta affermato come Lars vonTrier, e nemmeno l'avvento di un talento annunciato come quello di Vinterberg. Ma se trasforma, come qui, un regista di film per adolescenti piuttosto accademici (The Boys of Saint Petri e L'Etoile de Robinson) in un autore libero e addirittura spregiudicato.

Come non definire tale l'energia di una storia piuttosto svitata come quella di MIFUNE DOGME 3 (dove il mitico Toshiro c'entra praticamente come i cavoli a merenda)? O dei personaggi da catalogo delle bizzarrerie? Un impiegato che pianta la figlia del padrone appena sposata per tornarsene in campagna ad occuparsi di una fattoria malandata ed un fratello mongoloide. Una call girl avvenente in fuga da un maniaco telefonico che viene a far loro da governante. Il fratellino di questa fresco per il ricovero in riformatorio che finisce per ritrovare la retta (si fa per dire) via al contatto con l'aria fine. Uno struzzo, dei bevitori di schnaps con suonano il flamenco, un divorzio tramite magnetofono...

L'autore mette cosi tanta carne sul fuoco che lo spettatore è pronto a scommettere sull'imminente naufragio:ma, nel frattempo, se la spassa. Certo, non tutto (come potrebbe?) quadra. Una prevedibilità nella dismisura: la governante troppo graziosa e sexy da non dannare chi se la ritrova in piena solitudine. Il fratellino debile che pure è un poco saggio; e comunque cosi tenero. I compaesani svitati ma a loro modo saggi. Ma sono incertezze che, lungi da irritare lo spettatore, finiscono per stimolarlo, incuriosirlo su come andranno a finire le cose.

La bravura degli attori, e ancor più l'affetto, la simpatia, la sensualità con la quale essi sono osservati dal regista finiscono per avere la meglio. Ed a riconciliarci con un mondo nel quale l'utopia afferma, con cosi tanta grazia e disinvoltura, le proprie regole.


   Il film in Internet (Google)

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